Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 5294 del 11 febbraio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:5294PEN

Massima

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Il mancato versamento della cauzione, imposta quale misura di prevenzione, non può essere giustificato dalla sola condizione di indigenza dell'imputato, qualora risulti accertato che egli svolga una attività lavorativa e abbia commesso reati dai quali abbia tratto profitti di rilevante entità, essendo in tal caso configurabile il reato di cui all'art. 3-bis, comma 4, della legge n. 575 del 1965. Il giudice, nel valutare la condizione economica dell'imputato, deve tenere conto non solo della sua situazione reddituale dichiarata, ma anche di eventuali attività illecite dalle quali lo stesso abbia tratto profitti, non potendo l'indigenza costituire una causa di giustificazione per il mancato adempimento dell'obbligo di versare la cauzione imposta quale misura di prevenzione. La condanna per il reato di cui all'art. 3-bis, comma 4, della legge n. 575 del 1965 è pertanto legittima qualora risulti accertato che l'imputato, pur avendo la possibilità di adempiere all'obbligo di versare la cauzione, non lo abbia fatto, non potendo la sua condizione di indigenza essere considerata una causa di forza maggiore che lo abbia impedito. La valutazione della situazione economica dell'imputato deve essere effettuata dal giudice in modo complessivo, tenendo conto non solo dei redditi dichiarati, ma anche di eventuali attività illecite dalle quali lo stesso abbia tratto profitti, non potendo l'indigenza costituire una causa di giustificazione per il mancato adempimento dell'obbligo di versare la cauzione imposta quale misura di prevenzione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ((omissis)) - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. IPPOLLITO Francesco - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

CA. Gi. , nato il (OMESSO);

avverso la sentenza n. 547 emessa il 22 febbraio 2010 dalla Corte d'appello di Palermo;

Udita la relazione svolta dal Cons. Dott. ((omissis));

Udito il P.M., in persona del Sost. Procuratore Generale Dott. SELVAGGI Eugenio, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

1. CA. Gi. ricorre contro la sentenza d'appello che conferma quella di primo grado di condanna alla pena di mesi sei di arre…

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