Il cittadino residente in prossimità di un'area individuata dall'amministrazione comunale per la realizzazione di una stazione ecologica non ha diritto di impugnare la relativa delibera di localizzazione, in assenza della dimostrazione di una posizione giuridica differenziata e qualificata rispetto a quella della generalità dei cittadini. L'interesse di mero fatto, come quello di vicinitas o di genitore di alunni di un istituto scolastico limitrofo all'area prescelta, non è sufficiente a integrare la legittimazione a ricorrere, essendo necessaria la titolarità di una situazione giuridica soggettiva qualificata, differenziata e attuale, suscettibile di essere lesa dall'atto impugnato. Il principio di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa non impone all'amministrazione di motivare in modo analitico le ragioni del mutamento della localizzazione di un'opera pubblica, quando tale scelta rientri nell'ambito della sua discrezionalità tecnica e non determini un pregiudizio diretto e concreto per i cittadini. L'amministrazione può, pertanto, legittimamente riesaminare le proprie determinazioni in ordine alla localizzazione di un'opera pubblica, anche in assenza di nuovi elementi sopravvenuti, purché tale scelta sia sorretta da adeguata istruttoria e non risulti manifestamente irragionevole o arbitraria.