Il vincolo di destinazione di un'area a "verde pubblico - verde urbano" costituisce espressione della potestà conformativa del pianificatore, avente validità a tempo indeterminato, e non un vincolo preordinato all'espropriazione o comportante inedificabilità assoluta. Pertanto, essendo consentita, anche ad iniziativa del privato proprietario, la realizzazione di opere e strutture intese all'effettivo godimento del verde, non si configura uno svuotamento incisivo del contenuto del diritto di proprietà, permanendo comunque la utilizzabilità dell'area rispetto alla sua destinazione naturale. Il silenzio-assenso di cui all'art. 20 del D.P.R. n. 380/2001 presuppone necessariamente la dichiarazione del progettista attestante la conformità dell'intervento agli strumenti urbanistici, la cui mancanza o approssimazione preclude la formazione del silenzio-assenso. Inoltre, per poter beneficiare della premialità volumetrica prevista dalla legge regionale n. 19/2009 (c.d. "Piano Casa"), è necessario che sul fondo siano già presenti volumi assentiti, requisito che non ricorre nel caso di un'area inedificata. Pertanto, il diniego del permesso di costruire è legittimo qualora l'area non possieda i requisiti definiti dalla normativa regionale per l'applicazione della disciplina premiale e non risulti dimostrata la titolarità del richiedente sul bene, ai sensi dell'art. 11, comma 1, del D.P.R. n. 380/2001.