Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La condanna penale per il reato di violenza sessuale su minore si fonda sull'accertamento della credibilità e attendibilità della testimonianza della persona offesa, la quale deve essere valutata in modo rigoroso e approfondito dal giudice, tenendo conto di eventuali elementi di criticità, come contraddizioni o incertezze nel racconto, condizioni psicofisiche della vittima, contesto familiare e sociale di riferimento. Ove emergano dubbi significativi sull'attendibilità della testimonianza, anche in assenza di riscontri probatori esterni, il giudice deve pronunciare l'assoluzione dell'imputato per insufficienza di prove. Il giudice deve altresì motivare adeguatamente le ragioni per le quali ritiene di superare tali dubbi e di ritenere credibile la testimonianza della persona offesa, anche in presenza di elementi di criticità. Inoltre, il giudice deve valutare con particolare attenzione il contesto sociale e familiare in cui si è sviluppata la vicenda, al fine di determinare correttamente la responsabilità e la colpevolezza dell'imputato, senza trascurare eventuali fattori attenuanti derivanti da tale contesto. Infine, la determinazione della pena deve essere adeguatamente motivata, tenendo conto di tutti gli elementi rilevanti, compresi quelli favorevoli all'imputato.