Consiglio di Stato sentenza n. 348 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:348SENT

Massima

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Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. L'ordinanza di demolizione di opere edilizie abusive adottata ai sensi dell'art. 31 del d.P.R. n. 380/2001 ha natura di atto dovuto e rigorosamente vincolato, in quanto la repressione dell'abuso edilizio corrisponde per definizione all'interesse pubblico al ripristino dello stato dei luoghi illecitamente alterato. Pertanto, l'ordinanza di demolizione è già dotata di una adeguata e sufficiente motivazione, consistente nella descrizione delle opere abusive e nella constatazione della loro abusività. 2. L'esercizio del potere repressivo degli abusi edilizi costituisce attività amministrativa doverosa e vincolata, con la conseguenza che, ai fini dell'adozione dell'ordinanza di demolizione, non è necessario l'invio della comunicazione di avvio del procedimento, non potendosi in ogni caso pervenire all'annullamento dell'atto alla stregua dell'art. 21-octies della legge n. 241/1990. 3. È legittima l'ordinanza demolitoria d'abuso edilizio notificata ad uno solo dei comproprietari dell'opera, in ragione della natura della sanzione ripristinatoria, finalizzata al ripristino dei valori giuridici offesi dalla realizzazione dell'opera abusiva, essendo la detta ordinanza sufficientemente motivata con riferimento all'oggettivo riscontro dell'abusività delle opere ed alla sicura assoggettabilità di queste al regime del permesso di costruire. 4. La sanzione pecuniaria prevista dall'art. 31, comma 4-bis, del d.P.R. n. 380/2001 non è autonoma ed aggiuntiva, ma viene inflitta in ragione della mera inottemperanza all'ordine di rimessione in pristino. Pertanto, il solo fatto che l'abuso edilizio è stato effettivamente perpetrato, in quanto le opere sono state realizzate prive di titolo abilitativo, dovendosene quindi disporre la demolizione ai sensi dell'art. 31, e essendo stato accertato che l'abuso è stato realizzato in assenza del necessario titolo edilizio, giustifica l'irrogazione della sanzione nella misura massima prevista dalla norma.

Sentenza completa

Pubblicato il 11/01/2023

N. 00348/2023REG.PROV.COLL.

N. 00128/2020 REG.RIC.

N. 01077/2021 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 128 del 2020, proposto dal signor Salvatore Scalise, rappresentato e difeso dagli avvocati Domenico Grande Aracri e Francesco Scalzi, con domicilio digitale come da PEC da Registri di giustizia e domicilio eletto presso lo studio legale dell’avvocato Elvira Riccio in Roma, via G.B. Martini, n. 2;

contro

il Comune di Crotone, in persona del Sindaco
pro tempore
, rappresentato e difeso dall'avvocato Achille Morcavallo, con domicilio digitale come da PEC da Registri di giustizia ed elettivamente domiciliato presso il suo studio in Roma, via Arno, n. 6;

sul ricorso numero …

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