Il vincolo paesaggistico imposto dal D.M. 26 aprile 1973 comporta l'obbligo di acquisire preventivamente l'autorizzazione paesaggistica per qualsiasi intervento edilizio, anche se di carattere interno, che comporti modifiche all'aspetto esteriore dell'immobile. Pertanto, in presenza di un vincolo paesaggistico, la realizzazione di opere edilizie, anche se non incidenti sugli elementi strutturali dell'edificio, è subordinata al previo rilascio dell'autorizzazione paesaggistica, a prescindere dalla natura e dalla portata degli interventi. Il mancato rispetto di tale obbligo determina l'illegittimità degli interventi edilizi realizzati, anche se successivamente sanati con il rilascio dell'autorizzazione paesaggistica, non potendo quest'ultima avere efficacia retroattiva. Inoltre, in caso di interventi edilizi ricadenti in aree soggette a vincolo paesaggistico, l'obbligo di acquisire la preventiva autorizzazione paesaggistica non può essere superato attraverso il ricorso a titoli edilizi come la DIA o la CILA, in quanto tali strumenti non possono sostituire il previo rilascio dell'autorizzazione paesaggistica. Infine, l'applicazione della disciplina del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) non può essere esclusa per il solo fatto che l'immobile si trovi solo parzialmente all'interno dell'area perimetrata dal PAI, in quanto la norma prevede che i manufatti lambiti o attraversati dal limite della perimetrazione siano comunque soggetti alle prescrizioni più restrittive.