Cassazione penale Sez. V sentenza n. 37561 del 16 settembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:37561PEN

Massima

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Il falso in scrittura privata, di cui all'art. 485 c.p., è un reato che tutela non solo l'interesse della persona offesa, apparente firmataria del documento, ma anche la fede pubblica, la quale è compromessa nel momento in cui l'agente faccia uso della scrittura contraffatta per procurare a sé un vantaggio o per arrecare ad altri un danno. Pertanto, il consenso o l'acquiescenza della persona di cui sia falsificata la firma non esclude la configurabilità del reato, in quanto l'elemento soggettivo del dolo specifico non richiede il perseguimento di finalità illecite, essendo sufficiente il fine di trarre un vantaggio di qualsiasi natura, legittimo o illegittimo. Inoltre, l'ingiustizia del profitto perseguito si desume dalla creazione di un falso documento idoneo a superare contestazioni in atto, ponendo indebitamente a carico del dichiarante l'onere di dimostrare l'insussistenza del rapporto fondamentale. Ai fini della configurabilità del reato tentato, l'idoneità degli atti deve essere valutata complessivamente, tenendo conto di tutte le modalità e circostanze effettive dell'attività posta in essere, essendo sufficiente che risultino dotati di oggettiva pericolosità in concreto rispetto all'interesse protetto, con una valutazione ex ante, anche se la prognosi è necessariamente postuma rispetto all'attività svolta. Infine, l'omessa valutazione delle condizioni economiche dell'imputato ai fini della sospensione condizionale della pena, pur costituendo un vizio motivazionale, non comporta automaticamente la revoca del beneficio, potendo il soggetto interessato allegare in sede di esecuzione la comprovata assoluta impossibilità dell'adempimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfredo Maria - Presidente

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 2255/2011 CORTE APPELLO di BARI, del 13/03/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 26/05/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIUSEPPE DE MARZO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. CARDINO Alberto che ha concluso per il rigetto del ricorso;
Udito il difensore Avv. (OMISSIS) il quale ha concluso per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 13/03/…

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