Il servizio militare obbligatorio di leva, pur essendo stato sospeso a decorrere dal 1° gennaio 2005, non è stato definitivamente abolito, in quanto la legge prevede la possibilità del suo ripristino in specifiche situazioni di emergenza o di grave crisi internazionale coinvolgente l'Italia. Pertanto, il rifiuto del servizio militare per motivi di coscienza, pur non essendo più sanzionabile penalmente a seguito della sospensione delle norme che disciplinavano le modalità di prestazione del servizio di leva, resta comunque un comportamento giuridicamente rilevante, in quanto il precetto costituzionale che impone a tutti i cittadini il dovere di difesa della Patria (art. 52 Cost.) continua a trovare applicazione. In caso di reintroduzione del servizio militare obbligatorio, il rifiuto per motivi di coscienza dovrà essere nuovamente valutato alla luce della normativa vigente al momento in cui l'obbligo diviene concreto ed effettivo, applicando la disciplina più favorevole al reo in base al principio di successione delle leggi penali nel tempo.