Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20318 del 28 maggio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:20318PEN

Massima

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Il provvedimento definitivo di confisca di un bene, disposto nell'ambito di un procedimento di prevenzione, è suscettibile di revoca ex tunc solo quando sia affetto da invalidità generica, ma non è mai consentito rimettere in discussione atti o elementi già considerati nel procedimento di prevenzione ovvero in esso deducibili. Pertanto, la richiesta di revoca della confisca non può essere accolta sulla base di documenti che, pur attestando circostanze antecedenti al provvedimento di confisca, non furono prodotti all'epoca del procedimento di prevenzione, in quanto conoscibili e deducibili in quel contesto, essendo ormai preclusa la possibilità di valutarli ai fini della revoca. Il principio di ragionevole durata del processo trova applicazione solo nell'ambito del giudizio principale, e non può essere invocato per riaprire una controversia già sottoposta per più volte al vaglio degli organi giurisdizionali competenti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SILVESTRI Giovanni - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - rel. Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BU. SA. , N. IL (OMESSO);

2) CH. CE. , N. IL (OMESSO);

contro

1) AGENZIA DEL DEMANIO - FILIALE CALABRIA;

avverso il decreto n. 23/2008 CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA, del 29/01/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAFFAELE CAPOZZI;

lette le conclusioni del PG Dott. GIALANELLA Antonio, che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

FATTO E DIRITTO

1. Con decreto del 29.1.09, la Corte di Appello di …

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