Il diritto alla reputazione e all'onore della persona, in quanto diritto fondamentale della personalità riconosciuto e garantito dall'ordinamento, trova tutela giuridica sia attraverso il risarcimento del danno non patrimoniale derivante dalla condotta diffamatoria, sia mediante l'eliminazione delle fonti di offesa, quali scene o espressioni lesive contenute in opere cinematografiche o televisive. Il giudice, nel valutare equitativamente l'entità del risarcimento, deve dare conto in motivazione dei criteri seguiti, quali la gravità della condotta, il ruolo e la posizione rivestita dalla persona offesa, la diffusività del mezzo di comunicazione utilizzato e la risonanza mediatica dell'opera, evitando liquidazioni manifestamente sproporzionate rispetto all'effettiva portata lesiva accertata. Parimenti, il giudice è tenuto a pronunciarsi su tutte le domande proposte dalle parti, senza omettere di esaminare e decidere autonomamente ciascun capo di domanda, come la richiesta di eliminazione delle scene ritenute offensive.