Il reato di bancarotta fraudolenta documentale di cui all'art. 216, comma 1, n. 2, della legge fallimentare, si configura quando l'agente, con dolo generico, tiene le scritture contabili in modo irregolare e tale da rendere impossibile o estremamente difficile la ricostruzione del patrimonio o del movimento degli affari dell'impresa. Non è necessario che l'agente abbia la specifica volontà di rendere impossibile tale ricostruzione, essendo sufficiente la consapevolezza che il suo comportamento possa produrre tale effetto. La differenza tra la bancarotta fraudolenta documentale e quella semplice di cui all'art. 217, comma 2, della legge fallimentare, risiede esclusivamente nell'elemento psicologico, essendo richiesto il dolo generico per la prima fattispecie e il dolo o la colpa per la seconda. Inoltre, in caso di concorso tra la sospensione condizionale della pena e l'indulto, la prima, in quanto causa estintiva del reato, deve prevalere sulla seconda, che è mera causa di estinzione della pena.