Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 12798 del 1 aprile 2010

ECLI:IT:CASS:2010:12798PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia di cui all'art. 572 c.p. sussiste quando l'imputato, con reiterati comportamenti violenti fisici e verbali, pone in essere una condotta abituale di vessazione e sopraffazione nei confronti dei propri familiari, cagionando loro un perdurante stato di sofferenza e terrore, a prescindere dall'età e dalla maturità psicologica del reo, il quale deve essere ritenuto consapevole della gravità delle proprie azioni. La motivazione della sentenza di condanna deve dare adeguatamente conto delle ragioni per le quali sono state ritenute inattendibili le dichiarazioni dei congiunti, volte a ridimensionare la vicenda, nonché dell'accertamento in ordine all'elemento soggettivo del reato, ossia della volontà dell'imputato di instaurare un clima di prevaricazione e di sopraffazione nei confronti dei propri familiari. Tali valutazioni, compiute dai giudici di merito sulla base di un corretto percorso logico-giuridico, non sono sindacabili in sede di legittimità, ove il ricorso si risolva in una mera richiesta di una diversa valutazione delle risultanze processuali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO ((omissis)) - Presidente

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. MATERA Lina - rel. Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) AD. RO. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1221/2004 CORTE APPELLO di ANCONA, del 13/05/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/01/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. LINA MATERA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. STABILE Carmine che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

FATTO

Con la sentenza indicata in epigrafe l…

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