La dichiarazione di recesso da una convenzione urbanistica stipulata ai sensi dell'art. 27 della legge n. 865/1971 è un atto unilaterale recettizio che non richiede il rispetto della medesima forma solenne prevista per la stipula della convenzione, essendo sufficiente la forma scritta. Pertanto, la dichiarazione di recesso effettuata dalla parte assegnataria delle aree, in seguito al mancato inizio dei lavori di urbanizzazione primaria da parte del Comune, è valida e legittima, comportando la risoluzione della convenzione e la retrocessione delle aree al Comune, con diritto dell'assegnatario alla restituzione dell'anticipo versato, senza applicazione di alcuna penale. Il Comune non può opporre il difetto di forma della dichiarazione di recesso, dovendo invece dare esecuzione alla risoluzione contrattuale, in conformità a quanto previsto dalla convenzione stessa. Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'ambito della propria giurisdizione esclusiva in materia di convenzioni urbanistiche, è competente a conoscere della controversia relativa alla richiesta di restituzione dell'anticipo versato a seguito della risoluzione della convenzione.