Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La partecipazione attiva e volontaria a una rissa, caratterizzata da reciproca aggressività e scambio di minacce e percosse tra i contendenti, integra il reato di cui all'art. 588 c.p., a prescindere dal ruolo specifico svolto da ciascuno dei partecipanti, essendo sufficiente il contributo causale, anche indiretto, all'evento lesivo. Il giudice di merito, nel ricostruire i fatti, gode di un ampio margine di discrezionalità nell'apprezzamento delle risultanze probatorie, purché la motivazione sia logica e completa, senza che sia consentito al giudice di legittimità di sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, salvo i casi di manifesta illogicità o irrazionalità. Il ricorso per cassazione, pertanto, non può limitarsi a prospettare una diversa ricostruzione del fatto, ma deve specificamente censurare la motivazione della sentenza impugnata, denunciandone l'eventuale carenza o illogicità.