Cassazione penale Sez. I sentenza n. 32252 del 13 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:32252PEN

Massima

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Il possesso di un documento di soggiorno contraffatto, anche se ottenuto da terzi, integra il reato di falsità materiale commessa dal privato, in quanto l'imputato è consapevole della falsificazione del documento e non può invocare la buona fede quando è stato precedentemente destinatario di un provvedimento di espulsione. Il rilascio di permessi di soggiorno è di competenza esclusiva degli uffici di Polizia, senza il pagamento di alcun corrispettivo, e il mancato rispetto dei tempi burocratici e delle procedure amministrative previste non può essere giustificato dalla presunta truffa subita dall'imputato. La valutazione della prova liberatoria deve essere effettuata dal giudice di merito in modo rigoroso, senza che il giudice di legittimità possa riesaminare il merito delle valutazioni probatorie, se la motivazione è logica e coerente con gli elementi di fatto accertati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TARDIO Angela - Presidente

Dott. FIORDALISI Domenico - rel. Consigliere

Dott. BIANCHI Michele - Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 09/11/2016 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere DOMENICO FIORDALISI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore TOCCI STEFANO;
Il Procuratore Generale conclude per l'inammissibilita' del ricorso udito il difensore.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. (OMISSIS) ricorre avverso la sentenza emessa il 9 novembr…

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