Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 9330 del 9 marzo 2011

ECLI:IT:CASS:2011:9330PEN

Massima

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Il dolo nel reato di calunnia richiede la certezza soggettiva dell'innocenza dell'accusato, non essendo sufficiente la mera precisione nell'individuazione del presunto responsabile. Pertanto, il semplice dubbio sulla responsabilità della persona nei cui confronti vengono mosse le accuse esclude la sussistenza dell'elemento soggettivo del reato di calunnia, il quale può ritenersi integrato solo nel caso in cui l'agente abbia la sicura conoscenza della non colpevolezza dell'incolpato e agisca con l'intenzionalità di attribuirgli falsamente un reato. La motivazione che si limiti ad affermare la sussistenza del dolo sulla base della puntuale identificazione del presunto reo da parte dell'imputato, senza adeguatamente valutare la sua effettiva consapevolezza dell'innocenza dell'accusato, risulta insufficiente e contraddittoria. Ai fini della configurabilità del dolo nella calunnia, non è sufficiente la mera attribuzione del fatto all'incolpato, potendo tale circostanza essere altresì compatibile con un errore del denunciante sulla responsabilità della persona indicata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO Saverio F. - Presidente

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Av. Gi. , nato a (OMESSO);

contro la sentenza del 15 gennaio 2010 emessa dalla Corte d'appello di Salerno;

visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;

sentita la relazione del consigliere Dott. FIDELBO Giorgio;

sentito il sostituto procuratore generale, Dott. RIELLO Luigi, che ha chiesto il rigetto del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Con la decisione in epigrafe la Corte d&#…

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