Cassazione penale Sez. V sentenza n. 20826 del 10 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:20826PEN

Massima

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Il giudice di prevenzione, ai fini dell'applicazione di misure di prevenzione personali e patrimoniali, può legittimamente fondare il giudizio di pericolosità sociale attuale del proposto su elementi probatori e indiziari acquisiti anche nell'ambito di procedimenti penali, anche se non ancora definitivamente conclusi, purché ne operi una autonoma valutazione nel procedimento di prevenzione. Tale valutazione deve tenere conto non solo degli elementi originariamente acquisiti, ma anche di quelli relativi all'evoluzione della personalità del sottoposto, in relazione all'eventuale periodo di detenzione patito e alle ulteriori emergenze processuali, al fine di accertare la sussistenza del requisito della attualità della pericolosità sociale, senza alcun automatismo valutativo e decisorio. Ai fini della confisca di prevenzione, il giudice deve procedere ad un'analitica comparazione tra il reddito disponibile e l'incremento patrimoniale determinato dall'acquisto dei beni, tenendo conto di tutti gli esborsi e gli altri acquisti a titolo oneroso compiuti nel medesimo periodo, e determinando il valore dei beni non sulla base degli atti pubblici di compravendita, bensì dei prezzi di mercato. L'onere di allegare la legittima provenienza dei beni grava sul proposto, il quale deve indicare gli elementi fattuali dai quali il giudice possa dedurre che il bene non sia stato acquistato con i proventi di attività illecita, ovvero ricorrendo ad esborsi non sproporzionati rispetto alla sua capacità reddituale. Il giudice del procedimento di prevenzione ha il potere di disporre, anche d'ufficio, le indagini più opportune e di acquisire le relative risultanze ai fini della decisione sulla confisca, senza che l'esercizio di tale potere possa far venire meno la correlazione della decisione con l'accusa, purché sia garantito il rispetto del contraddittorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo Anton - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. TUDINO A. - rel. Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso il decreto del 03/03/2017 della CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA;
sentita la relazione svolta dal Consigliere ALESSANDRINA TUDINO;
lette/sentite le conclusioni del PG.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il decreto in epigrafe, la Corte d'Appello di Reggio Calabria - Sezione Misure di Prevenzione, ha confermato il provvedimento emesso dal Tribunale in sede del 1 ottobre 2014, con il quale e' stata applicata nei confronti di (OMISSIS) la misura di prevenzione dell…

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