Cassazione penale Sez. II sentenza n. 27496 del 14 giugno 2018

ECLI:IT:CASS:2018:27496PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il giudice di legittimità, nell'esaminare i ricorsi proposti dagli imputati avverso la sentenza di condanna emessa dalla Corte di appello, afferma che le dichiarazioni della persona offesa, adeguatamente valutate nella loro credibilità soggettiva e attendibilità intrinseca, possono costituire prova sufficiente ai fini dell'affermazione della responsabilità penale dell'imputato, a condizione che siano sorrette da idonei riscontri probatori. Inoltre, il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella comparazione tra circostanze aggravanti e attenuanti, sindacabile in sede di legittimità solo in caso di manifesta illogicità o arbitrarietà, non ravvisabili nella fattispecie concreta. Infine, in tema di determinazione della pena nel reato continuato, non sussiste l'obbligo di specifica motivazione per ogni singolo aumento, essendo sufficiente l'indicazione delle ragioni a sostegno della quantificazione della pena-base. Pertanto, i ricorsi proposti dagli imputati sono dichiarati inammissibili, in quanto basati su motivi manifestamente infondati o non consentiti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Presidente

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefa - Rel. Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 01/07/2016 della CORTE APPELLO di BARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott.ssa ((omissis)) che ha concluso per l'inammissibilita' di entrambi i ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza in data 1.7.2016 la Corte di appello di Bari c…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.