Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23609 del 25 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:23609PEN

Massima

Massima ufficiale
Ai fini della contestazione di una aggravante non è necessaria la specifica indicazione della norma che la prevede, essendo sufficiente la precisa enunciazione "in fatto" della stessa, così che l'imputato possa avere cognizione degli elementi che la integrano. (Nella specie, la Corte ha ritenuto legittimo che l'ipotesi aggravata del reato di falso in atto pubblico, ex art. 476, comma secondo, cod. pen., ancorché non formalmente contestata nel capo di imputazione, fosse stata ritenuta in sentenza, in quanto la natura fidefacente dell'atto falso era stata chiaramente indicata "in fatto" ed emergeva inequivocamente dalla tipologia dell'atto oggetto del falso).

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. SCOTTI U. L. C. G. - Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 13/09/2016 della CORTE APPELLO di BRESCIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. DE MARZO GIUSEPPE;
Udito il Procuratore Generale, in persona del Dott. SALZANO FRANCESCO, che ha concluso per il rigetto del ricorso.
Udito l'avv. (OMISSIS) del Foro di BERGAMO che chiede accoglimento dei motivi di ricorso.
Udito l'avv. (OMISSIS) del Foro di ROMA il quale ins…

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