Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 18731 del 8 maggio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:18731PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che subisce minacce nell'esercizio delle sue funzioni non è tenuto a tollerare tali condotte, le quali integrano il reato di resistenza a pubblico ufficiale previsto dall'art. 337 c.p. Ai fini della configurabilità del reato non è necessario che la minaccia abbia impedito in concreto l'esercizio della funzione pubblica, essendo sufficiente che essa sia stata idonea a turbare o condizionare l'attività del pubblico ufficiale. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del reato, gode di ampia discrezionalità nella ricostruzione e valutazione degli elementi fattuali, senza che la Corte di Cassazione possa sostituire la propria valutazione a quella del giudice di primo e secondo grado, salvo vizi logici o contraddittori nella motivazione. L'inammissibilità del ricorso per cassazione, determinata da ragioni processuali, preclude alla Corte di Cassazione di rilevare d'ufficio l'eventuale estinzione del reato per prescrizione, in quanto tale valutazione presuppone l'ammissibilità del ricorso e l'instaurazione della fase di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. MANNINO Saverio - Consigliere

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

SA. Al. , nato il (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Salerno 2 marzo 2007 n. 494;

Sentita la relazione svolta dal Cons. Dott. MANNINO S. F.;

Sentita la requisitoria del PROCURATORE GENERALE, in persona del Dott. CONSOLO Santi, il quale ha concluso per l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata perche' il reato e' estinto per prescrizione.

Osserva:

IN FATTO E DIRITTO

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