Il reato di autoaddestramento con finalità di terrorismo di cui all'art. 270-quinquies c.p. richiede, oltre all'acquisizione autonoma di istruzioni sulla preparazione o l'uso di materiali esplosivi, armi da fuoco o altre tecniche per il compimento di atti di violenza o di sabotaggio, anche la sussistenza di comportamenti univocamente finalizzati alla commissione di condotte di terrorismo, che manifestino concretamente l'intenzione di realizzare tali scopi. La mera raccolta di informazioni, anche se catalogata e occultata, non integra di per sé tale fattispecie, essendo necessario il compimento di atti esterni che, pur non dovendo raggiungere la soglia dell'idoneità propria del tentativo, attestino la serietà dell'azione rispetto al fine terroristico, proiettandosi all'esterno attraverso elementi concreti e univoci, come ad esempio l'individuazione di obiettivi sensibili, l'acquisto di merci pericolose o i contatti con soggetti attivi nel settore del radicalismo islamico. L'acquisizione di prove successive all'ammissione al rito abbreviato, senza il rispetto delle regole del contraddittorio, non può essere utilizzata ai fini della condanna.