La necessità di una preventiva pianificazione urbanistica attuativa, sotto forma di piano particolareggiato o di piano/convenzione di lottizzazione, costituisce un presupposto imprescindibile per il rilascio del permesso di costruire, anche in presenza di una zona già urbanizzata, qualora la specifica disciplina urbanistica di riferimento (come nel caso di specie l'art. 11, comma 5, delle NTA del PRG) subordini espressamente l'attività edificatoria all'approvazione di tale strumento di pianificazione di dettaglio. Tale principio non può essere derogato in virtù di precedenti atti amministrativi comunali che abbiano consentito, in presenza di un sufficiente grado di urbanizzazione, il rilascio di permessi di costruire in assenza di piani attuativi, atteso che tali atti, ove in contrasto con la disciplina urbanistica generale, non possono legittimare l'adozione di provvedimenti edilizi in violazione della normativa vigente. Inoltre, l'eccesso di potere per disparità di trattamento non è configurabile quando il termine di raffronto consista in precedenti atti non conformi a legge, poiché colui che sia stato legittimamente escluso da un determinato beneficio non può invocare l'eventuale illegittimità commessa a favore di altri al fine di ottenere che essa venga compiuta anche in proprio favore. Pertanto, il diniego di permesso di costruire fondato sulla mancanza della pianificazione attuativa prescritta dalla strumentazione urbanistica vigente risulta pienamente legittimo e non censurabile in sede giurisdizionale, anche ove l'area risulti già urbanizzata, in quanto l'esigenza di tale pianificazione di dettaglio permane al fine di garantire un armonico raccordo con il preesistente aggregato abitativo e il potenziamento delle opere di urbanizzazione già esistenti.