La distinzione tra attività artigianale e attività commerciale è ontologica e non può essere superata mediante una mera variazione della merce esposta e venduta in un locale già destinato all'attività artigianale. L'artigiano iscritto all'albo di cui all'art. 5 della legge n. 443/1985 può vendere nei locali di produzione o in quelli ad essi adiacenti i beni di produzione propria, senza essere assoggettato alla disciplina del commercio di cui al d.lgs. n. 114/1998 e alla l.r. n. 11/2003. Il cambio di destinazione d'uso urbanisticamente rilevante è quello che comporta il passaggio tra le cinque categorie funzionalmente autonome previste dalla legge (residenziale, turistico-ricettiva, produttiva e direzionale, commerciale, rurale), a prescindere dalla realizzazione o meno di opere, al fine di assicurare la tutela della zonizzazione e il controllo sull'adeguatezza degli standard in relazione all'incidenza dei diversi usi. Pertanto, la destinazione urbanistica "produttiva e direzionale" non può essere parificata a quella "commerciale", sicché la richiesta di riconversione di un'attività artigianale in attività commerciale per la vendita al dettaglio di beni alimentari non può essere assentita senza il previo espletamento di una nuova procedura di variante urbanistica.