Cassazione penale Sez. V sentenza n. 28279 del 9 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:28279PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza ai fini dell'applicazione della misura cautelare, deve effettuare un'approfondita analisi della credibilità intrinseca ed estrinseca delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, verificando altresì l'esistenza di adeguati riscontri individualizzanti, senza limitarsi a mere contestazioni generiche da parte della difesa. La semplice affermazione della non esistenza di una determinata famiglia mafiosa, in quanto circostanza di mero fatto, non può assumere rilievo in sede di legittimità, essendo preclusa la rivalutazione degli elementi probatori già apprezzati dal giudice di merito. Il giudice di legittimità, nel confermare l'ordinanza cautelare, è tenuto a motivare in modo approfondito e logico sulla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, senza potersi limitare a un mero rinvio alle argomentazioni del giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DI. CA. GI. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 19/01/2009 TRIB. LIBERTA' di PALERMO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. COLONNESE ANDREA;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. FEBBRARO Giuseppe che ha chiesto il rigetto del ricorso;

Udito il difensore.

OSSERVA

Il tribunale di Palermo con ordinanza 19.1.2009 rigettava l'istanza di riesame proposta da Di. Ca. Gi. avverso il provvedim…

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