Cassazione civile Sez. VI ordinanza n. 2318 del 1 febbraio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:2318CIV

Massima

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Il contratto di appalto genera un credito in capo all'appaltatore che deve essere provato, anche attraverso le risultanze delle scritture contabili, salvo che l'appaltatore non dimostri l'avvenuto pagamento integrale del corrispettivo pattuito. L'onere della prova circa l'esatto adempimento delle obbligazioni contrattuali grava sull'appaltatore, il quale può liberarsi da tale onere dimostrando l'accettazione senza riserve dell'opera da parte del committente. Ove l'appaltatore abbia alienato a terzi un bene di sua proprietà in pregiudizio delle ragioni del committente, sussistono i presupposti per l'esercizio dell'azione revocatoria, qualora il terzo acquirente fosse a conoscenza della situazione debitoria dell'appaltatore e del pregiudizio arrecato al committente. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nell'apprezzamento delle risultanze probatorie, il cui sindacato in sede di legittimità è consentito solo in presenza di vizi logici o giuridici nella motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA CIVILE

SOTTOSEZIONE 2

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SETTIMJ Giovanni - Presidente

Dott. MAZZIOTTI DI CELSO Lucio - rel. Consigliere

Dott. PICCIALLI Luigi - Consigliere

Dott. MIGLIUCCI Emilio - Consigliere

Dott. GIUSTI Alberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA

sul ricorso 1229/2010 proposto da:

IM. SRL (OMESSO), in persona dell'amministratore unico, TU. UL. , elettivamente domiciliati in ROMA, VIALE DELLE MILIZIE 9, presso lo studio dell'avvocato LUBERTO Enrico, che li rappresenta e difende unitamente all'avvocato MENATO PAOLO, giusta procura speciale a margine del ricorso;

- ricorrente -

contro

A…

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