Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24878 del 21 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:24878PEN

Massima

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Il reato di falsità materiale in certificazione amministrativa commessa da privato sussiste quando l'imputato crea e utilizza una fotocopia di un documento, facendola apparire come originale, al fine di dimostrare l'effettiva consegna di una comunicazione, in quanto tale condotta integra un'autonoma potenzialità decettiva e lesiva della pubblica fede, a prescindere dal fatto che la fotocopia non sia stata autenticata. Inoltre, la ricostruzione del fatto operata dal giudice di merito, basata sulla valutazione del materiale probatorio, non è sindacabile in sede di legittimità, essendo precluso il riesame del merito. Infine, il rigetto della richiesta di riqualificazione del fatto ai sensi dell'art. 489 c.p. (uso di atto falso) risulta implicitamente motivato dalla incompatibilità di tale prospettazione con l'accertamento, da parte del giudice di merito, che l'autore della contraffazione sia stato l'imputato stesso, quale unico soggetto interessato a dimostrare l'effettiva consegna del documento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - rel. Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) SC. AN. N. IL (OMESSO)

avverso la sentenza n. 3246/2007 CORTE APPELLO di GENOVA, del 31/03/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/03/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO OLDI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Gioacchino Izzo che ha concluso per il rigetto del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Con sentenza in data 31 marzo 201…

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