Cassazione penale Sez. V sentenza n. 43214 del 19 novembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:43214PEN

Massima

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Il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione si configura quando l'amministratore o il liquidatore di una società fallita sottrae o distoglie risorse sociali dalla loro naturale destinazione a garanzia dei creditori, realizzando una diminuzione patrimoniale in contrasto con gli interessi della società e della massa creditoria. Perché sussista tale fattispecie, è necessario che l'agente abbia avuto quantomeno la consapevolezza eventuale dello stato di insolvenza della società, essendo sufficiente il dolo generico, senza che sia richiesto l'intento specifico di recare pregiudizio ai creditori. Tuttavia, il pregiudizio ai creditori deve essere valutato con riferimento al momento della dichiarazione di fallimento, non già a quello della commissione della condotta. Pertanto, ove l'amministratore abbia effettuato prelievi di somme in assenza di adeguata autorizzazione assembleare, in prossimità del fallimento e in situazione di conclamata crisi economica della società, può ritenersi integrato il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione, salvo che l'imputato dimostri di aver agito nella ragionevole convinzione di esercitare un proprio legittimo diritto. Al contrario, non configura bancarotta preferenziale, ma distrazione, la sottrazione o restituzione ai soci di somme versate a titolo di conferimenti o anticipazioni al capitale sociale, in quanto tali condotte incidono direttamente sulla garanzia patrimoniale a tutela dei creditori.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. DI TOMASSI ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

RA. Gi., nato il (OMESSO);

avverso la sentenza in data 11.6.2007 della Corte d'appello di Milano;

parte civile: Fallimento O.M. Pr. s.r.l.;

Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

Udita la relazione fatta dal Consigliere Dr. M. ((omissis));

Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso. <…

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