Cassazione penale Sez. V sentenza n. 16851 del 2 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:16851PEN

Massima

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La diffamazione commessa attraverso la pubblicazione di un articolo giornalistico che contiene affermazioni lesive della reputazione di un magistrato, anche se relative a fatti non comprovati da atti giudiziari ufficiali, integra il reato di diffamazione, in quanto la verità delle notizie non può essere dimostrata attraverso dichiarazioni di terzi o annotazioni di persone decedute, prive di riscontri probatori ufficiali. Il diritto di cronaca e di critica non può essere esercitato in modo tale da ledere ingiustamente la reputazione altrui, essendo necessario un bilanciamento tra il diritto di informazione e il diritto alla riservatezza e all'onore della persona. Pertanto, il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del reato di diffamazione, deve verificare la corrispondenza delle affermazioni pubblicate alla realtà dei fatti, escludendo la possibilità di dimostrare la verità delle notizie attraverso prove testimoniali o documentali non ufficiali, e deve altresì valutare se l'esercizio del diritto di cronaca e di critica sia stato effettuato nel rispetto dei limiti imposti dalla tutela della reputazione altrui. La condanna per il reato di diffamazione è pertanto legittima quando le affermazioni pubblicate, anche se relative a fatti non comprovati da atti ufficiali, risultino lesive della reputazione della persona offesa e non possano essere giustificate dall'esercizio del diritto di cronaca e di critica.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMATO Alfonso - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - rel. Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) GA. FR. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 2998/2007 CORTE APPELLO di CATANIA, del 22/10/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 10/01/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO BEVERE;

udito il P.G. in persona del Dott. Spinaci Sante che ha concluso per l'inammissibilita'.

FATTO E DIRITTO

Con sentenza 22.9.10, la corte di appello di Catania ha con…

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