Cassazione penale Sez. I sentenza n. 10247 del 19 ottobre 1988
ECLI:IT:CASS:1988:10247PEN
Massima
Massima ufficiale
La differenza tra il delitto d`incendio e quello di danneggiamento seguito da incendio non consiste soltanto nel dolo specifico richiesto dall'art. 424 c. p., cioe`, nello scopo di danneggiare la cosa altrui, appiccando il fuoco, tale intento, potendo sussistere in entrambe le ipotesi, bensi` anche nel diverso atteggiarsi della volonta` dell'agente in relazione all'evento avuto di mira: nella fattispecie legale di cui all'art. 423 c. p., infatti, l'agente deve volere un vero e proprio incendio - cioe` il divampare di un fuoco avente caratteristiche tali, per proporzione e violenza, da porsi come effettivo pericolo per la pubblica incolumita` - giacche` lo incendio con siffatte caratteristiche costituisce l'evento nella struttura del reato e, come tale, rientra nel quadro di proiezione della volonta` e, percio`, del dolo; di contro, nella fattispecie legale ex art. 424 c. p.; l'agente deve volere soltanto danneggiare con il fuoco, ma non anche l'incendio con le suddette caratteristiche, che si verifica, o minaccia di verificarsi, indipendentemente dalla volonta` dell'agente stesso, giacche` l'incendio od il pericolo di incendio, nella struttura di questo altro reato, e` solo condizione obiettiva di punibilita` e, come tale, e` estraneo al dolo.
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