Cassazione penale Sez. V sentenza n. 10437 del 6 marzo 2008

ECLI:IT:CASS:2008:10437PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La valutazione delle risultanze probatorie e la ricostruzione dei fatti compiuta dai giudici di merito, se congruamente e logicamente motivata, non è sindacabile in sede di legittimità, salvo che non risulti manifestamente illogica o irragionevole. Spetta infatti al giudice di merito, e non a quello di legittimità, il compito di stabilire la migliore ricostruzione dei fatti, sulla base di una valutazione complessiva degli elementi di prova acquisiti, senza che il giudice di legittimità possa sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, purché questa sia sorretta da una motivazione adeguata e coerente con le risultanze processuali. Pertanto, le censure di merito, volte a sostenere una diversa ricostruzione dei fatti rispetto a quella operata dai giudici di merito, sono inammissibili in sede di legittimità, essendo precluso a questo giudice di riesaminare il merito della vicenda processuale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. NAPPI Aniello - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto il 6.6.2007 da:

avv. ((omissis)), difensore di MO. De., nato ad (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte di Appello di Trieste del 15 febbraio 2007;

Letto il ricorso e la sentenza impugnata;

Sentita la relazione del Consigliere Dr. ((omissis)) BRUNO;

Udite le conclusioni del Procuratore Generale in sede, in persona del Sostituto Dr. ((omissis)), che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Mo. De. era chiamato a rispondere,…

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