Cassazione penale Sez. II sentenza n. 35466 del 23 agosto 2013

ECLI:IT:CASS:2013:35466PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, ai fini dell'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, può essere desunto dalla valutazione complessiva delle modalità e della gravità del fatto, nonché della personalità dell'indagato, a prescindere dal tempo trascorso dalla commissione del reato. Infatti, la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza per reati gravi e di natura associativa, commessi con modalità professionali e con collegamenti stabili con l'ambiente criminale, può giustificare l'adozione della misura più afflittiva, in assenza di elementi specifici che dimostrino l'adeguatezza di misure meno gravose per il soddisfacimento delle esigenze cautelari. La motivazione del provvedimento cautelare deve dare conto in modo esaustivo, logico e non contraddittorio di tali elementi, senza che il giudice di legittimità possa sindacare la valutazione di merito, se immune da vizi logici o giuridici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI Secondo Libero - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Avvocato (OMISSIS), quale difensore di (OMISSIS) (n. il (OMISSIS));

avverso l'ordinanza del Tribunale di Catanzaro, in data 02/11/2012;

Sentita la relazione della causa fatta dal Consigliere Dr. Adriano Iasillo.

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dr. Fraticelli Mario, il quale ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

OSSERVA

Con ordinanza del 20/09/2012, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro …

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