La verifica di compatibilità degli impianti di distribuzione di carburanti in esercizio alla data di entrata in vigore del D.Lgs. n. 32/1998, prevista dall'art. 1, comma 5, di tale decreto, non ha carattere perentorio, essendo finalizzata alla tutela di preminenti interessi pubblici, quali la sicurezza e l'incolumità pubblica. Pertanto, il mancato rispetto del termine del 30 giugno 1998 per tale verifica non determina l'illegittimità del successivo provvedimento di chiusura dell'impianto, qualora questo risulti incompatibile con le prescrizioni normative, in particolare del Codice della Strada e del relativo Regolamento di attuazione. Inoltre, il principio di affidamento non può costituire un fattore ostativo all'esercizio dei poteri pubblici volti a tutelare l'interesse pubblico, anche in presenza di una situazione di fatto consolidata nel tempo, come la presenza trentennale dell'impianto su suolo pubblico e il rinnovo del titolo autorizzatorio. Infine, l'accertamento della incompatibilità dell'impianto con le norme sulla sicurezza stradale può avvenire anche attraverso l'utilizzo di mezzi di prova diversi da quelli tipici del processo, come la valutazione di elementi di fatto notori, come le rilevazioni fotografiche satellitari, senza necessità di particolari formalità processuali.