Cassazione penale Sez. V sentenza n. 15839 del 5 aprile 2013

ECLI:IT:CASS:2013:15839PEN

Massima

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Il concorso di persone nel reato, ai sensi dell'art. 110 c.p., può configurarsi anche in assenza di un previo accordo, essendo sufficiente qualsiasi comportamento esteriore che fornisca un apprezzabile contributo, in tutte o alcune delle fasi di ideazione, organizzazione ed esecuzione, alla realizzazione collettiva, anche solo mediante il rafforzamento dell'altrui proposito criminoso o l'agevolazione dell'opera dei concorrenti. Pertanto, quando il partecipe, per effetto della sua condotta cosciente idonea a facilitarne l'esecuzione, abbia aumentato la possibilità della produzione del reato, egli risponde non solo degli atti da lui compiuti, ma anche di quelli posti in essere dagli altri, convergenti nell'offesa all'interesse protetto dalla norma incriminatrice. La concessione delle attenuanti generiche risponde a una facoltà discrezionale del giudice, il cui esercizio, positivo o negativo, deve essere motivato nei soli limiti atti a far emergere in misura sufficiente il suo pensiero circa l'adeguamento della pena concreta alla gravità effettiva del reato ed alla personalità del reo. A tal fine, è sufficiente che il giudice prenda in esame quello, tra gli elementi indicati dall'art. 133 c.p., che ritiene prevalente ed atto a determinare o meno la concessione del beneficio. L'aggravante dei motivi abietti e futili, di cui all'art. 61, n. 1, c.p., ricorre quando la determinazione criminosa è stata causata da uno stimolo esterno così lieve, banale e sproporzionato rispetto alla gravità del reato, da apparire, secondo il comune modo di sentire, assolutamente insufficiente a provocare l'azione criminosa, tanto da potersi considerare, più che una causa determinante dell'evento, un mero pretesto per lo sfogo di un impulso criminale. Tuttavia, il giudizio sulla futilità del motivo non deve essere riferito ad un comportamento medio, ma deve essere ricondotto agli elementi concreti del caso, tenendo conto delle connotazioni culturali del soggetto giudicato, del contesto sociale e del particolare momento in cui il fatto si è verificato, nonché dei fattori ambientali che possono aver condizionato la condotta criminosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 114/2011 CORTE APP.SEZ.MINORENNI di CATANIA, del 27/01/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 05/02/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GERARDO SABEONE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Carmine Stabile, che ha concluso per l'inammissibilita&#…

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