Il procedimento disciplinare a carico dei magistrati è regolato dal D.Lgs. n. 109/2006, il quale prevede che contro le sentenze della Sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura sia ammesso il ricorso per cassazione, nei termini e con le forme previsti dal codice di procedura penale, ma non anche l'esperimento di ulteriori rimedi straordinari, come il ricorso per errore di fatto ex art. 625-bis c.p.p. Pertanto, il ricorso straordinario per errore di fatto proposto avverso la sentenza delle Sezioni Unite civili della Corte di Cassazione, che ha rigettato il ricorso avverso la sanzione disciplinare irrogata dalla Sezione disciplinare, è inammissibile, non essendo convertibile nemmeno in ricorso per revocazione ex art. 391-bis c.p.p. per difetto di notificazione alle controparti. Il sistema disciplinare dei magistrati, caratterizzato da una tutela giurisdizionale articolata su più gradi, non consente l'esperimento di ulteriori rimedi straordinari avverso le pronunce rese dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, le quali costituiscono il grado finale di tale tutela.