Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24701 del 30 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:24701PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione della condotta criminosa, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, non può essere desunto automaticamente dalla mera reiterazione di condotte illecite nell'ambito dell'attività professionale svolta dall'indagato, in assenza di ulteriori e più significativi elementi concreti che dimostrino una specifica e attuale pericolosità sociale dello stesso. La valutazione della sussistenza delle esigenze cautelari deve essere effettuata in modo puntuale e adeguatamente motivato, tenendo conto anche dell'eventuale applicabilità di provvedimenti di clemenza che possano incidere sulla concreta irrogazione della pena. Il giudice è tenuto a una prognosi individualizzata sulla futura condotta dell'indagato, senza poter desumere automaticamente la pericolosità sociale dalla mera reiterazione di condotte illecite nell'ambito della sua attività professionale, in assenza di ulteriori e più significativi elementi concreti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - rel. Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MI. AN. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 1353/2009 TRIB. LIBERTA' di BARI, del 03/12/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. Vito SCALERA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Sostituto Dott. VOLPE Giuseppe, che chiede l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata;

udito l'avv. ((omissis)) del Foro di Bologna, sostituto processuale dell'avv.…

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