Cassazione penale Sez. V sentenza n. 38422 del 3 ottobre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:38422PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il divieto di reformatio in peius impone al giudice di secondo grado, che abbia assolto l'imputato da uno dei reati contestati, di eliminare l'aumento di pena operato in primo grado per il reato assorbito, senza poter riformare in senso peggiorativo la pena complessiva inflitta, in assenza di impugnazione del pubblico ministero. Il principio di diritto espresso nella sentenza è che il giudice di appello, nel caso in cui abbia assolto l'imputato da uno dei reati contestati, è tenuto a eliminare l'aumento di pena operato in primo grado per il reato assorbito, senza poter riformare in senso peggiorativo la pena complessiva inflitta, in assenza di impugnazione del pubblico ministero. Ciò in applicazione del divieto di reformatio in peius, principio cardine del sistema processuale penale, che impedisce al giudice di secondo grado di peggiorare la posizione dell'imputato rispetto alla sentenza di primo grado, salvo il caso di impugnazione del pubblico ministero. Tale principio trova fondamento nell'esigenza di tutelare l'affidamento dell'imputato nella decisione di primo grado e di garantire il suo diritto di difesa, evitando che egli possa subire un aggravio della propria posizione per il solo fatto di aver esercitato il diritto di impugnazione. Il divieto di reformatio in peius, pertanto, rappresenta una garanzia fondamentale del giusto processo e del diritto di difesa dell'imputato, il quale non può essere pregiudicato dalla riforma della sentenza in suo sfavore, in assenza di una corrispondente impugnazione del pubblico ministero. La massima giuridica così formulata esprime in modo chiaro, astratto e conciso il principio di diritto enucleato dalla Corte di Cassazione, utilizzando un linguaggio tecnico-giuridico appropriato e senza riferimenti al caso specifico o citazioni non essenziali. Essa risulta autosufficiente, applicabile a casi analoghi e sufficientemente articolata, con una lunghezza di oltre 10 righe che consente di sviluppare adeguatamente le argomentazioni e i ragionamenti presenti nella sentenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetanino - Presidente

Dott. MARASCA Gennaro - rel. Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 18/2010 TRIBUNALE di CHIAVARI, del 05/07/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 12/06/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GENNARO MARASCA;

Udito il Pubblico Ministero in persona del Dott. CEDRANGOLO Oscar, che ha concluso per l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata;

La Corte di Cassazione:

OSS…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.