Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 18696 del 8 maggio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:18696PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni mobili e immobili disposto ai sensi dell'art. 321 c.p.p. e dell'art. 12-sexies del d.l. n. 306/1992 (conv. in l. n. 356/1992) presuppone la sussistenza di gravi indizi di appartenenza dell'indagato ad associazione di tipo mafioso e la dimostrazione che i beni sequestrati siano il frutto di attività illecite o comunque sproporzionati rispetto ai redditi o all'attività economica del soggetto. Il giudice è tenuto a motivare adeguatamente in ordine alla sussistenza di tali presupposti, non potendo applicare un meccanismo di inversione dell'onere della prova a carico del terzo estraneo al procedimento penale, titolare formale dei beni, il quale deve essere munito di procura speciale per impugnare il provvedimento di sequestro. La motivazione deve altresì dare conto della proporzionalità del sequestro rispetto al valore dei beni e alla gravità del reato contestato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiul - Presidente

Dott. SERPICO Francesc - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

El. Pi. Pa., nata il (OMESSO);

avverso il provvedimento del Tribunale del riesame di Catanzaro che, in data 27 luglio 2007, ha rigettato l'impugnazione (185/07) della prevenuta contro il decreto di sequestro preventivo ex articolo 321 c.p.p. e Decreto Legge 8 giugno 1992 articolo 12 sexies (convertito in Legge 7 agosto 1992, n. 356), deliberato dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro il 2 luglio 2007 ed avente ad oggetto beni mobili, immo…

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