Il Tribunale Amministrativo Regionale, nel respingere il ricorso avverso il diniego di condono edilizio di un manufatto in lamiera realizzato su area demaniale marittima, afferma che: 1. Anche prima dell'entrata in vigore della c.d. "legge ponte" del 1967, nel Comune di Venezia era necessario ottenere un titolo edilizio per realizzare nuove opere, in virtù del Regolamento Edilizio Comunale del 1929 che prescriveva l'autorizzazione preventiva del Podestà per qualsiasi intervento edilizio sull'intero territorio comunale. Pertanto, il manufatto in questione, realizzato nel 1965 senza alcun titolo, deve considerarsi ab origine abusivo. 2. La valutazione negativa della Soprintendenza sulla compatibilità paesaggistica del manufatto, motivata dalla sua realizzazione con materiali "incongrui, dissonanti ed estranei al contesto vincolato", risulta congrua e immune da vizi, a prescindere dal fatto che il vincolo paesaggistico sia sopravvenuto alla costruzione. Infatti, l'autorità preposta alla tutela del vincolo deve valutare l'attuale compatibilità del manufatto, senza che rilevi l'epoca di realizzazione dello stesso. 3. Sono irrilevanti ai fini della legittimità del diniego le circostanze addotte dalla ricorrente, quali la scarsa visibilità del manufatto, la presenza di altre strutture analoghe in zona e i pareri favorevoli di altre autorità, poiché la valutazione della Soprintendenza è caratterizzata da una rigorosa discrezionalità tecnica riferita esclusivamente alla compatibilità paesaggistica, senza possibilità di ponderazioni comparative.