La formazione di una copia di un documento che, pur non contraffacendo l'originale, sia presentata con caratteristiche tali da voler sembrare un originale o da essere idonea a documentare nei confronti dei terzi l'esistenza di un originale conforme, integra il reato di falsità materiale commessa dal privato, anche se l'atto originale non è stato materialmente contraffatto. Ciò in quanto la falsità si concentra sull'esistenza stessa dell'oggetto documentato, non involgendo un documento pubblico reale, ma solo una copia informe destinata a provare artificiosamente l'esistenza di un originale. Tuttavia, la confisca della carta di circolazione originale non è giustificata quando la contraffazione abbia riguardato solo una copia e non l'originale, in quanto il documento non è inficiato nella sua interezza e può essere emendato con la cancellazione parziale. Ai fini del diniego delle circostanze attenuanti generiche, il giudice può limitarsi a prendere in esame, tra gli elementi indicati dall'art. 133 c.p., quello che ritiene prevalente ed atto a determinare o meno il riconoscimento del beneficio, senza dover necessariamente considerare tutti gli elementi, essendo sufficiente anche un solo elemento attinente alla personalità del colpevole o all'entità e modalità di esecuzione del reato.