Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 34787 del 8 settembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:34787PEN

Massima

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Il provvedimento cautelare di custodia in carcere, pur essendo una misura restrittiva della libertà personale, può essere legittimamente disposto dal giudice quando sussistano gravi indizi di colpevolezza e concreti e specifici elementi che rendano necessaria l'applicazione della misura per esigenze cautelari, quali il pericolo di fuga, di reiterazione del reato o di inquinamento probatorio. Tali esigenze cautelari devono essere attentamente valutate dal giudice, il quale deve motivare in modo adeguato e puntuale le ragioni che giustificano l'adozione della misura, tenendo conto anche delle eventuali dichiarazioni della persona offesa che possano ridimensionare la gravità dei fatti contestati. Tuttavia, il venir meno dell'interesse del ricorrente, sopraggiunto alla proposizione del ricorso per cassazione, determina l'inammissibilità del ricorso stesso, non configurando un'ipotesi di soccombenza che comporti la condanna alle spese processuali o al pagamento di una sanzione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' ((omissis)) - Presidente

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

DE. BE. St. , nato a (OMESSO);

contro l'ordinanza del 17 luglio 2007 emessa dal Tribunale di Treiste;

letti gli atti, l'ordinanza impugnata e il ricorso;

sentita la relazione del consigliere dott. ((omissis));

sentito il Sostituto Procuratore generale, dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO

Con l'ordinanza in epigrafe il Tribunale di Trieste, in sed…

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