Il giudice di appello non può pronunciare sentenza di assoluzione su una condanna a sola pena pecuniaria, in quanto tale sentenza è inappellabile ex art. 593 c.p.p., comma 3; in tal caso, il giudice di appello deve dichiarare l'inammissibilità dell'impugnazione. Tuttavia, qualora l'impugnazione sia stata erroneamente qualificata come appello anziché come ricorso per cassazione, essa deve essere comunque esaminata come ricorso, ai sensi del principio di conservazione dell'impugnazione di cui all'art. 568 c.p.p., comma 5. Ciò nonostante, se il difensore che ha redatto l'impugnazione non è abilitato al patrocinio in Cassazione, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile. La prescrizione del reato, intervenuta successivamente al passaggio in giudicato della sentenza di condanna, non impedisce la declaratoria di inammissibilità del ricorso, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende.