Cassazione penale Sez. V sentenza n. 48699 del 24 novembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:48699PEN

Massima

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La diffamazione commessa in uno stato d'ira provocato da un fatto ingiusto altrui non è punibile, purché tra il fatto ingiusto e la reazione offensiva vi sia una reale contiguità temporale, tale da configurare un nesso eziologico tra l'insorgere dello stato d'ira e la condotta diffamatoria. L'inadempimento contrattuale, pur essendo lesivo di regole comunemente accettate nella civile convivenza, può integrare il requisito del "fatto ingiusto" ai fini dell'applicazione dell'esimente di cui all'art. 599, comma 2, c.p., a condizione che sussista il necessario requisito dell'immediatezza tra il fatto ingiusto e la reazione offensiva. Il decorso di un considerevole lasso di tempo tra il fatto ingiusto e la condotta diffamatoria esclude il rapporto causale tra l'insorgere dello stato d'ira e la reazione offensiva, precludendo l'applicazione della causa di non punibilità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 22/2010 TRIBUNALE di MACERATA, del 14/06/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 24/09/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPUTO;

Udito il Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte di Cassazione Dott. Mazzotta Gabriele, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Uditi alt…

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