Il provvedimento di sgombero di un immobile confiscato alla criminalità organizzata, emesso dall'Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati, costituisce esercizio necessitato di un potere autoritativo, in applicazione degli artt. 45, 47 e 48 del d.lgs. n. 159/2011 e dell'art. 823 c.c., che equipara tali beni a quelli appartenenti al pubblico demanio. Tale provvedimento non necessita di specifica motivazione o ulteriore istruttoria, in quanto l'Agenzia è tenuta a sottrarli ai soggetti nei confronti dei quali è stata applicata, in via definitiva, la misura patrimoniale, per assicurarli al patrimonio indisponibile dello Stato e destinarli a finalità istituzionali e sociali. Il potere-dovere di ordinare lo sgombero non è condizionato dalla previa adozione del provvedimento di destinazione del bene confiscato, essendo l'Agenzia tenuta a garantire la disponibilità del bene per la successiva destinazione, anche in assenza di tale provvedimento. Pertanto, la mancata comunicazione di avvio del procedimento ai sensi della legge 241/90 non inficia la legittimità del provvedimento di sgombero, in quanto il suo contenuto e forma non avrebbero potuto essere diversi da quelli adottati, trattandosi di atto dovuto e vincolato.