La presentazione di un'istanza di accertamento di conformità ai sensi dell'art. 36 del D.P.R. n. 380/2001, prima dell'impugnazione dell'ordine di demolizione, rende inammissibile il ricorso per carenza di interesse, in quanto il riesame dell'abusività dell'opera provocato dall'istanza di sanatoria determina la necessaria formazione di un nuovo provvedimento, di accoglimento o di rigetto, che vale comunque a rendere inefficace il provvedimento sanzionatorio oggetto dell'originario ricorso. Tale conclusione si mantiene ferma anche per il caso in cui la domanda di sanatoria riguardi opere abusive realizzate su un'area oggetto di un vincolo paesaggistico-ambientale, a condizione che si tratti di opere che, prima facie, non hanno determinato la creazione di superfici utili o volumi ovvero un aumento di quelli legittimamente realizzati, in quanto l'art. 146, comma 12, del d.lgs. n. 42/2004 esclude dal divieto di rilasciare l'autorizzazione paesaggistica in sanatoria tali tipologie di interventi. Diversamente, per i lavori realizzati in assenza o difformità dall'autorizzazione paesaggistica che hanno determinato la creazione di superfici utili o volumi ovvero un aumento di quelli legittimamente realizzati, deve ritenersi che l'istanza di accertamento di conformità non sia idonea a determinare l'inefficacia dell'ordine di demolizione, in quanto il contenuto dispositivo del provvedimento impugnato non potrà essere diverso a seguito della pronuncia dell'Amministrazione sulla richiesta di sanatoria, in ragione del divieto assoluto di rilasciare l'autorizzazione paesaggistica in sanatoria per tali tipologie di interventi.