Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25892 del 19 giugno 2009

ECLI:IT:CASS:2009:25892PEN

Massima

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Il diritto di critica nei confronti di pubblici amministratori non legittima attacchi personali e diffamatori, anche qualora gli stessi siano sottoposti ad indagini penali, dovendo il limite della continenza essere rispettato sia nei contenuti che nelle modalità di diffusione del messaggio. Il superamento di tale limite, attraverso l'attribuzione di comportamenti illeciti e lesivi della reputazione, integra il reato di diffamazione aggravata, non essendo sufficiente la mera pendenza di un procedimento penale a giustificare un attacco personale nei confronti dell'indagato. Il diritto di critica, pur ampio, non può tradursi in un'arbitraria e ingiustificata lesione della reputazione altrui, dovendo essere esercitato nel rispetto dei principi di verità, continenza e pertinenza, a tutela del corretto confronto democratico e della dignità delle persone.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Mi. An. nato il (OMESSO);

avverso la sentenza emessa il 10-11-08 dalla Corte di appello di Bologna;

Visti gli atti, la sentenza denunciata ed il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. Giuliana Ferrua;

Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. DELEHAYE Enrico, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito, per la parte civile, l'avv. Ricca…

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