Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 10040 del 5 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:10040PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia, di cui all'art. 572 c.p., si configura quando vi siano plurimi e reiterati comportamenti di violenza fisica e morale, anche in assenza di lesioni gravi, che si protraggono nel tempo e che siano idonei a cagionare sofferenze e pregiudizi fisici e psichici alla vittima, in particolare se questa si trovi in condizioni di inferiorità psichica o fisica. Ai fini della sussistenza del reato, non è necessario che ciascun singolo episodio di maltrattamento integri di per sé un reato, essendo sufficiente la ripetitività e la sistematicità delle condotte abusive, anche se di lieve entità, che creino una situazione di grave disagio e sofferenza per la persona offesa. La valutazione della gravità e della abitualità dei comportamenti deve essere effettuata dal giudice sulla base di un complessivo apprezzamento degli elementi probatori, senza che sia necessaria la prova di un determinato numero minimo di episodi. Inoltre, la testimonianza indiretta, resa da soggetti che riferiscono fatti appresi dalla persona offesa, può essere validamente utilizzata ai fini della prova del reato, purché valutata con particolare cautela dal giudice, senza che sia necessario l'esame diretto della vittima, qualora questa si trovi in condizioni di infermità psichica che ne impediscano l'escussione testimoniale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. GRAMENDOLA ((omissis)) - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

MA. Pi., nato a (OMESSO);

avverso la sentenza emessa l'01/07/2005 dalla Corte di Appello di Bari;

esaminati gli atti, il ricorso e la sentenza impugnata;

udita in pubblica udienza la relazione del Consigliere Dott. ((omissis));

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. BAGLIONE Tindari, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
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