Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso l'annullamento d'ufficio di un permesso di costruire in sanatoria e l'ordine di demolizione di un manufatto edilizio, afferma che il provvedimento di annullamento, pur adottato oltre il termine di 18 mesi previsto dall'art. 21-nonies della legge n. 241/1990, è legittimo in quanto il termine ragionevole per l'esercizio del potere di autotutela decorre dal momento in cui l'amministrazione ha acquisito piena conoscenza dei profili di illegittimità del titolo edilizio, che nel caso di specie può essere individuato nel mese di novembre 2018, quando l'amministrazione ha ricevuto l'esposto segnalante l'esistenza di un manufatto abusivo. Pertanto, il provvedimento di annullamento adottato nel marzo 2019 risulta tempestivo. Il Tribunale esclude inoltre che il titolo edilizio annullato possa essere considerato nullo, non ricorrendo alcuna delle ipotesi tassativamente previste dall'art. 21-septies della legge n. 241/1990, trattandosi piuttosto di un provvedimento illegittimo per cattivo uso del potere. Infine, il Tribunale ritiene infondati i motivi di ricorso relativi alla mancata considerazione della memoria partecipativa del ricorrente e all'asserita violazione dell'art. 38 del Testo Unico Edilizia, in quanto l'effetto sananteivi previsto non può prodursi in caso di titolo edilizio rilasciato in totale assenza dei presupposti, come nel caso di specie. Pertanto, il ricorso viene respinto, con compensazione delle spese di giudizio.