Il ricorso per cassazione proposto personalmente dalla persona offesa è inammissibile, in quanto la legittimazione a sottoscrivere tale impugnazione è prerogativa esclusiva, oltre che dell'imputato, del professionista iscritto nell'apposito albo, ai sensi dell'articolo 613 c.p.p. La giurisprudenza di legittimità ha infatti affermato che la persona offesa non è legittimata a proporre autonomamente il ricorso per cassazione, essendo tale facoltà riservata soltanto all'imputato e al difensore abilitato. Pertanto, la declaratoria di inammissibilità del ricorso personalmente proposto dalla persona offesa comporta, ai sensi dell'articolo 616 c.p.p., l'onere delle spese processuali e il versamento di una somma in favore della cassa delle ammende, equitativamente fissata dal giudice. Tale principio si fonda sulla necessità di assicurare il rispetto delle norme che disciplinano l'esercizio del diritto di impugnazione, al fine di garantire l'ordinato svolgimento del processo penale e l'effettività della tutela giurisdizionale. La legittimazione esclusiva del difensore abilitato a proporre il ricorso per cassazione, infatti, rappresenta una garanzia di professionalità e di correttezza formale dell'atto di impugnazione, a tutela sia dell'imputato che della persona offesa. Pertanto, l'inammissibilità del ricorso proposto personalmente dalla persona offesa, pur non pregiudicando il suo diritto di partecipare al procedimento, mira a salvaguardare l'integrità e l'efficienza del sistema delle impugnazioni penali.