Il beneficio della sospensione condizionale della pena, previsto dall'art. 167 c.p., comma 3, può essere concesso dal giudice sia nel caso di condanna a pena detentiva non superiore a due anni e sei mesi, sia nel caso di condanna a pena detentiva congiunta a pena pecuniaria, purché, a seguito della conversione della pena pecuniaria in pena detentiva ai sensi dell'art. 135 c.p., la sanzione complessiva non superi i due anni e sei mesi di detenzione. Qualora, invece, per effetto di tale conversione, la sanzione complessiva superi i due anni e sei mesi di detenzione, il giudice può concedere la sospensione condizionale della pena soltanto per la parte detentiva. Pertanto, nell'ambito di un giudizio ex art. 444 c.p.p., l'accordo raggiunto tra le parti in ordine alla concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena deve essere interpretato nel senso che esso riguarda esclusivamente la pena detentiva, in conformità ai limiti stabiliti dalla legge, anche qualora nel dispositivo della sentenza non sia stata fatta espressa menzione della pena pecuniaria. In tal caso, il giudice deve procedere alla rettifica della sentenza ai sensi dell'art. 619 c.p.p., al fine di specificare che il beneficio della sospensione condizionale della pena è limitato alla sola pena detentiva.