Cassazione penale Sez. V sentenza n. 28051 del 26 giugno 2019

ECLI:IT:CASS:2019:28051PEN

Massima

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Il danneggiamento di cose esistenti in uffici o stabilimenti pubblici, anche in assenza di atti di violenza o minaccia, integra il reato di danneggiamento aggravato ai sensi dell'art. 635 c.p., comma 2, n. 3, nella formulazione vigente all'epoca dei fatti. Ai fini della configurabilità del reato di lesioni colpose, è sufficiente la prevedibilità astratta della presenza di persone nel luogo in cui si verifica l'evento dannoso, a prescindere dalla conoscenza concreta di tale presenza da parte dell'agente, essendo rilevante la violazione di una regola cautelare generale di prudenza, quale quella di evitare condotte che possano provocare lo spargimento di frammenti taglienti verso l'interno di un luogo normalmente occupato da persone. La mancata notifica dell'atto di appello del Pubblico Ministero alle altre parti non determina nullità, ma soltanto l'impossibilità per queste di proporre appello incidentale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - rel. Consigliere

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta Mari - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 12/10/2016 della CORTE di APPELLO di NAPOLI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ZAZA Carlo;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. TOCCI Stefano, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) ricorre avverso la sentenza …

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